M. MATANNA DAL VERSANTE OVEST

Il crinale tra il Callare del Matanna a Nord e la Sella di Toggiano a Sud divide versanti del Matanna molto diversi tra di loro: da un lato quello Est rivolto alla Tùrrite Cava e al Serchio, ai cui piedi sorge l’albergo Alto Matanna, e quello Sud rivolto al Rio Lombricese, ambedue uniformi e brulli e generalmente facili; sul lato opposto, rivolto al Vezza, il difficile versante Ovest, roccioso e boscoso, sul quale tacciono tutte le fonti compresa la guida CAI-TCI, che si limita a definirlo “precipite sul versante marittimo… costituito di balze rocciose abbondantemente intercalate e rivestite di verde”. Questo versante è circoscritto, oltre che dal crinale sommitale, dai seguenti sentieri: CAI 5 dal Callare al rif. Forte dei Marmi; CAI 121 dal rif. verso la Foce di Grattaculo fino al bivio con il seguente; sentiero non CAI ma segnato che dal 121 sale alla Sella di Toggiano. Al di sopra del bel sent. 121, che scorre orizzontale ai piedi dell’intero versante, si alzano per tutta la sua lunghezza balze rocciose sulle quali gli arrampicatori hanno aperto alcune vie, tra cui la più nota è Annalisa di G. Bonuccelli e G. Raffaelli del 1997; con questa marginale eccezione il versante Ovest del Matanna è sempre rimasto sconosciuto, a quel che si sa, a chi non fosse boscaiolo o carbonaio.
Il versante è diviso in due quadranti da una larga e ripida cresta Ovest che si stacca dalla cima del Matanna e scende fino a Pomezzana; su ambedue i quadranti, Nordovest e Sudovest, sopra le balze rocciose basali già dette si stende una fascia boscosa facile, a sua volta sovrastata da strutture rocciose di varia forma ed estensione che giungono fino al crinale spartiacque. Nel quadrante Sudovest, dove la CTR colloca un Burrone di Sìgliora d’incerta identificazione, tali strutture sono continue e in apparenza senza punti deboli; in quello Nordovest, invece, esse sono separate l’una dall’altra da invasi o canali che almeno in un caso permettono la salita al crinale.
La fascia boscosa intermedia Nordovest è percorsa da un facile sentiero orizzontale di carbonai che si stacca dal CAI 5; al suo termine è possibile salire con cautela, su terreno ripido e scabroso, fino al punto in cui sopraggiunge da destra il sentiero proveniente dalla Sella di Toggiano (vedi oltre); e poi continuare con minore difficoltà fino alla cresta Nordest tra Callare e cima del Matanna poco sotto quest’ultima.
La fascia boscosa intermedia Sudovest è percorsa da un altro facile sentiero orizzontale di carbonai che inizia dalla Sella di Toggiano, incrocia la cresta Ovest e sale brevemente nel quadrante Nordovest fino a congiungersi all’itinerario di tale settore, al termine del suo tratto difficile e alla base della più agevole salita finale alla cima. Più in basso rispetto a tale sentiero, nella fascia boscosa del quadrante Sudovest si trova almeno un’altra traccia orizzontale, più o meno continua, che consente di visitare l’orlo superiore delle balze rocciose che incombono sul CAI 121; se si proviene da Pomezzana la si può raggiungere con un tracciato ascendente che si stacca dal sentiero di raccordo tra CAI 121 e Sella di Toggiano nel punto in cui esso incrocia un crinale con pulpito panoramico, al termine del canalino roccioso scalpellato che si trova al suo inizio; da lì essa risale tale crinale, poi piega a sinistra e, dopo aver costeggiato un ampio antro, raggiunge un’altra dorsale di là dalla quale essa, appunto, comincia a traversare orizzontale al sommo delle balze rocciose già dette; da notare che se invece si seguisse da qui verso l’alto un’altra traccia che risale questa dorsale si giungerebbe al sentiero di carbonai principale.
Quanto all’impegnativa cresta Ovest, il suo tratto interessante e meglio definito inizia alla sella attraversata dal tracciato proveniente dalla Sella di Toggiano; al di sotto essa piega a Sudovest ed è in realtà percorribile già dalla sommità di un torrione (1010 m c.) che precipita a valle verticale (attenzione: il cavo che pende dalla sommità, all’uscita di una via di arrampicata, termina nel vuoto pochi metri sotto); alla base del torrione, dove si trova un altro spezzone di cavo, la cresta incrocia il sent. 121 e poi scende boscosa fino a Pomezzana e oltre. Alle cime di questo torrione e di altri due simili più a Sud, situate sull’orlo superiore della fascia rocciosa che sovrasta il sent. 121 nel quadrante Sudovest, si può accedere con la traccia rammentata sopra.

Ciò detto, è possibile combinare in vario modo le opportunità escursionistiche offerte dal versante Ovest del Matanna, ma si può anche riuscire a riunirle insieme tutte o quasi in un solo itinerario nella maniera seguente:
– scesi dal Callare con il CAI 5 si va a percorrere il sentiero di carbonai del versante Nordovest;
– si continua verso l’alto fino a riunirsi al sentiero proveniente dalla Sella di Toggiano; attenzione, questo tratto va percorso solo in salita!
– si segue all’inverso il sentiero proveniente dalla Sella di Toggiano fino alla base della cresta Ovest;
– si sale la cresta Ovest fino alla cima del Matanna; attenzione, solo in salita!
– si procede in direzione del Callare fino al punto in cui si può scendere nel quadrante Nordovest;
– si raggiunge di nuovo, in discesa, il punto di congiunzione dei due sentieri di carbonai;
– si segue integralmente, passando di nuovo sotto la cresta Ovest, il sentiero di Sudovest fino alla Sella di Toggiano;
– dalla Sella si torna per sentiero non CAI ma segnato all’albergo Alto Matanna da cui si sarà partiti.
Per strada, sarà anche possibile salire con brevi digressioni alcune delle strutture rocciose del versante Ovest.
Tutto l’itinerario, nelle parti non coincidenti con sentieri CAI, è segnalato in abbondanza da ometti o in altro modo.

Dal parcheggio dell’albergo Alto Matanna (1040 m) si sale al Callare del Matanna (1140 m; h 0.15) e si scende di là sul CAI 5 fino a un bivio verso sinistra segnalato da un ometto, il secondo che si trova (995 m c., h 0.20/0.35): qui inizia il sentiero di carbonai, all’incirca orizzontale, che s’inoltra nel quadrante NO del Matanna.
N.B. 1 – Dal primo ometto che s’incontra una brevissima traccia porta in basso al sentiero di carbonai poco dopo il suo inizio, consentendo di risparmiare qualche minuto.

Il sentiero di carbonai traversa facilmente terreno perlopiù boscoso fino alla sella subito a monte di due evidenti torrioni rocciosi (1020 m c., h 0.25/1.00).
N.B. 2 – Il torrione a ridosso della sella, il più alto (1055.2 m), per quanto assai ripido può essere salito abbastanza facilmente (I) a/r su terreno roccioso articolato fino alla doppia cima; l’altro torrione, situato appena più a valle e separato dal precedente da un’altra sella facilmente raggiungibile aggirando a destra il primo, oppone una cresta breve e poco ripida ma esposta e malsicura, da salire e scendere con la massima cautela (I). Calcolare h 0.30 per ambedue.

Dalla sella a monte dei due torrioni si prosegue sul sentiero orizzontale fino a un’altra sella a monte di un basso e difficile torrione quadrangolare e a un’ultima piazzola subito dopo; da qui il tracciato continua sotto pareti, prevalentemente in discesa, fino alla base di un orrido e tetro canale, sovrastato da tetti e spesso bagnato (950 m c.). Lo si risale tra franumi, rocce e più sopra su terreno esposto e non elementare (I), fino a uscirne a destra su una selletta accanto a una quota panoramica (975 m c., h 0.40/1.40). A monte della selletta un’esposta traccia verso destra consente di guadagnare, poco sopra, il filo di una larga e facile dorsale; da qui verso sinistra, un’altra bella quota panoramica può essere raggiunta con breve deviazione. Si risale dunque la dorsale, aggirando a destra una balza, fino alla base di pareti verticali; ai loro piedi si prende una traccia a sinistra abbandonandola ai piedi di uno stretto canalino (1080 m c.), che è la chiave per uscire al di sopra delle pareti.
N.B. 3 – La traccia di capre che porta ai piedi del canalino prosegue in traversata ascendente, diventando espostissima e assai scabrosa: da evitare assolutamente.

Saliti pochi metri nel fondo del canalino se ne esce, con l’aiuto di corde fisse, salendo un salto roccioso di un paio di metri a sinistra (III senza facilitazioni) e proseguendo ancora per qualche metro su una scabrosa rampa ascendente parallela al canalino, tra sassi e terriccio, fino a un albero, e da qui su un’altra simile che si allontana verso sinistra, esposta e spiovente, fino a raggiungere terreno più agevole. Una breve traccia su cengia fa seguito alla seconda rampa e porta infine sul bordo inferiore di un pendio sospeso di erba ed alberi, assai ripido ma senza difficoltà di rilievo; ci si trova di nuovo all’incirca sul filo di una larga dorsale, che poco sopra porta a una carbonaia e, verso destra, appunto a un sentiero di carbonai sovrastato da un caratteristico torrione roccioso aguzzo, visibile da lontano e importante riferimento per il prosieguo; la CTR quota 1154.8 m tale torrione o qualche altro punto nelle immediate vicinanze.
Dal torrione aguzzo continua verso l’alto la via di salita alla cresta sommitale del Matanna che verrà più tardi percorsa in senso contrario; ma per ora la s’ignora seguendo invece in discesa per una decina di minuti il sentiero di carbonai che proviene dalla Sella di Toggiano, fino a incrociare la cresta O del Matanna in corrispondenza di un ripiano panoramico (1080 m c.; c’è una fettuccia a un albero) movimentato, poco a valle, da due belle quote rocciose: h 0.45/2.25.
N.B. 4 – Le due quote (1102.8 m e 1096.8 m), assai panoramiche, possono essere salite facilmente (I). Calcolare h 0.20 per ambedue.

La cresta O inizia con un agevole tratto erboso largo e poco inclinato; dopo facili rocce e un pendio detritico si giunge ai piedi di un ripido ma articolato e discontinuo rilievo roccioso, che si supera da destra o da sinistra seguendo rampe e cenge a zigzag facili ma insidiose perché ghiaiose; al di sopra si giunge ai piedi di un largo balzo roccioso verticale che si aggira su traccia ascendente di animali, facile ma molto esposta, prima verso sinistra e poi verso destra; giunti così ai piedi di un ennesimo risalto, si continua ancora a salire verso destra su traccia scoscesa fino all’inizio di una rampa rocciosa che piega seccamente a sinistra; la si sale fino ad alcuni alberi tra i quali è necessario passare scomodamente ma in sicurezza (le alternative sono peggiori), dopodiché una breve cengia orizzontale e un’ultima rampa rocciosa portano finalmente al roccioso filo di cresta, qui esile, ormai poco sotto la cima. Ci si trova su un pulpito aereo, dal quale si sale direttamente lo spigolo soprastante (I, affilato ed esposto) e si prosegue poi più facilmente fino a uscire pochi metri a sinistra della cima del Matanna (1315.4 m, h 0.45/3.10).
Dalla cima si segue il sentiero segnato verso il Callare del Matanna fino a sfiorare una specie di larga e pianeggiante dolina erbosa a sinistra: qui lo si lascia e si entra nella dolina, nella quale si trova una vaga traccia che va ad affacciarsi, divenuta più evidente, sul quadrante NO del Matanna. La traccia scende inizialmente a destra, poi piega a sinistra entrando nel bosco, dove perde quota con una serie di ripidi tornanti degradati ma tuttora riconoscibili; più giù essa piega a sinistra fino a un ripiano sotto rocce, dal quale scende ancora una balza scoscesa ma facile fino a terreno erboso meno ripido. Ci si trova sul filo di una dorsale; un’altra balza scoscesa si aggira a destra su roccette un po’ esposte, sotto le quali una cengia riporta a sinistra sul filo; lo si segue ora senza speciali difficoltà fino al torrione aguzzo (non riconoscibile come tale dall’alto) dove già si era giunti dal basso seguendo l’itinerario del quadrante NO (h 0.35/3.45). Si percorre ora per la seconda volta il breve tratto di sentiero che scende alla base della cresta O, e di là si continua facilmente sul sentiero di carbonai del quadrante SO, che va infine a confluire, pochi metri sotto la Sella di Toggiano (1017.5 m), nel sentiero che sale lassù dal CAI 121 (h 0.40/4.25). Si prosegue verso l’alto su tale largo sentiero, che attraversa il versante S del Matanna, valica il crinale del Colle delle Prata (1135 m c.) e scende di là al laghetto del Bozzone nel versante E, da cui in pochi minuti si ritorna all’albergo Alto Matanna (h 0.50/5.15).

EE, con passaggi non oltre il I grado se le corde fisse citate resteranno in loco, ma su terreno che presenta lunghi tratti ripidi e/o scabrosi: da evitare se bagnato.
Dislivello 750 m, h 5.15 senza le digressioni.

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