
CIMA DEL VELLANETO
Nell’alta Valle della Scesta, più esattamente in quella del suo affluente di sinistra Solco delle Vacche, poco lontano dal M. Uccelliera sul crinale di Campolino, la CTR colloca il toponimo ‘La Cima del Vellaneto’; esso si trova al centro di un ideale quadrilatero di quote: 1329.3 m, 1365.2 m, 1291.6 m e 1244.1 m, nessuna delle quali sembra essere, a giudicare dalla rappresentazione grafica, una cima di qualche importanza – la prima, anzi, si trova nel fondo di un solco -; più in basso a Sudovest, a un’altitudine di 1000 m c., la stessa CTR pone il toponimo ‘VELLANETO’, in una zona attraversata dal sentiero CAI 10A che da Limano sale a Siviglioli, a mezza strada tra i guadi del Solco delle Vacche e del Fosso delle Resinaie. D’altra parte, a Nordest della Cima del Vellaneto della CTR e a poca distanza, si trova la q. 1438.0 m, notevole cima rocciosa che precipita a valle ben evidente: l’ipotesi è che sia essa la vera Cima del Vellaneto e come tale verrà descritta in questo articolo, pur in assenza di altri indizi oltre a quelli geografici appena addotti. Resta da dire, senza pretese né da linguista né da botanico, che il nome ‘Vellaneto’ potrebbe essere in relazione con la pianta del nocciolo (Corylus avellana), la cui presenza in zona – all’altitudine della loc. Vellaneto – non pare impossibile; si aggiunga che nei pressi si trovano i ruderi della Casa del Billo e di quella Al Tondo.
Infine: la Cima del Vellaneto è assai vicina alle Cime di Diaccio al Gallo già oggetto di un articolo di questo sito, l’accesso è identico e le due gite possono facilmente essere unificate.
Dalla Casetta di Pian di Novello all’inizio della strada forestale ex pista di fondo (sbarra, spazi per il parcheggio; 1176 m), si segue quest’ultima fino allo stacco a destra, in loc. Orto di Giovannino, del sentiero forestale 3, che si percorre a lungo nella faggeta fino al bivio con il 10, sul quale ancora a destra si raggiunge la Foce dei Limani sul crinale di Campolino (1584 m, h 1.15). Sul versante opposto (Lima) si traversa ora in lieve discesa verso destra sulla cengia d’uscita della via dei Limani (vedi Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri it. C45) fino alla dorsale divisoria Coccia di Vico/Scesta. Si segue ora verso il basso a sinistra, prestando la massima attenzione ai vecchi segni azzurri semiscomparsi, la via dei Limani, che in questo tratto si tiene un po’ a destra della dorsale. Poco prima che essa pieghi a sinistra verso il filo, appena sopra un pianoro all’aperto di erba e cespugli (1498.6 m CTR) che non si raggiunge, ancora nella faggeta bisogna abbandonare la via dei Limani per seguire verso il basso a destra (ometti) una traccia che porta a una sottostante piazzola per carbonaia e che di lì inizia a traversare verso destra; poco dopo, un tratto di franumi ostacolato da alberi caduti deve essere aggirato con una ripida discesa a sinistra su vaghe tracce (ometti). In generale, il sentiero di carbonai (tale è) si svolge nel bosco all’incirca in orizzontale, abbastanza evidente e senza difficoltà, fino a incrociare la dorsale, originata dal M. Uccelliera, su cui, un po’ sotto, la Cima del Vellaneto si rialza di qualche metro da una selletta. A un bivio su tale dorsale si prende la traccia bassa (a sinistra) che permette di raggiungere in pochi minuti la bella, angusta e dirupata cima, splendido pulpito verso valle (1438.0 m CTR, h 1.00/2.15; ometto nostro). Tornati al bivio si prende ora la traccia più alta, che inizia a salire progressivamente; subito dopo il Solco delle Vacche essa percorre una bella cengia rocciosa, stretta e tale da richiedere cautela, e comunque evitabile poco sotto. Infine il sentiero giunge (h 0.45/3.00) a un largo ripiano erboso situato su una dorsale appena a monte della q. 1517.8 m, nodo orografico al quale convergono: da O la Costa del Fredone o delle Resinaie in sinistra idrografica del Solco delle Resinaie, descritta all’it. C50 del libro, e da S quella in destra del Solco delle Vacche. Dal ripiano si continua facilmente sul filo fino ai bei pianori sassosi ed erbosi situati a O della cima del M. Uccelliera, in località al Faggio Scritto, dove s’incrocia il sentiero CAI 500 – ex 100 – (h 0.30/3.30). Salito, se si vuole, questo monte (1652 m), che si trova appena sopra, si ritorna alla Casetta di Pian di Novello percorrendo uno degli itinerari che dal crinale di Campolino, cioè dal sent. 500, scendono all’ex pista di fondo. La soluzione più veloce e originale è di seguire un sentiero che si stacca dal sentiero CAI appena a valle del M. Uccelliera, pochi metri oltre la selletta che si trova alla base della sua cuspide sommitale; tale sentiero scende, dapprima a tornanti e poi sul filo di una dorsale, fino a un’ampia sella da cui piega a destra per confluire subito sotto nel sent. forestale 3 percorso all’andata, con il quale si va alla Casetta (h 1.30/5.00).
N.B. – Per chi fosse interessato a percorrere in senso contrario questo sentiero, utile perché è l’accesso più breve al M. Uccelliera, ma poco noto (solo un cenno a pg. 30 del libro): giunti con il sent. 3 sotto un grande e inconfondibile salto roccioso nero, subito oltre si lascia il sentiero piegando a destra fino alla sella situata a monte del salto; da qui si segue verso l’alto il filo della dorsale fino ai ben riconoscibili tornanti del tratto superiore.
EE; dislivello 650 m, h 5. I sentieri forestali 3 e 10 sono marcati da segni bianco-verdi, la via dei Limani da segni azzurri assai sbiaditi, e il sentiero del Vellaneto (tale si può chiamare il tracciato dalla via dei Limani alla Costa del Fredone) da ometti e segni rossi. Sono invece privi di segni sia la dorsale al di sopra della q. 1517.8 m sia il sentiero di discesa dal crinale di Campolino fino al sent. forestale 3.