APP. PISTOIESE: I BALZONI

Tra Pistoia e Modena, nel tratto che dallo Spigolino va a Cima Taufi o Tauffi il crinale spartiacque appenninico si presenta dolce, arrotondato e con rilievi bassi e di scarsa importanza. Uno di questi, però, presenta sul versante toscano notevoli fasce rocciose a sviluppo orizzontale, parallele tra di loro e più o meno continue, che hanno valso all’intera montagna l’attraente nome con cui è conosciuta: i Balzoni. La traversata di tale versante dal Colle Piaggia Calda (Sud) al Colle Acquamarcia (Nord) sul più evidente dei cengioni interposti tra le fasce rocciose è facile e interessante, e può essere seguita dal percorso in direzione contraria del sentiero CAI di crinale con salita al punto più alto dei Balzoni; per maggiore facilità di orientamento il senso di marcia migliore è quello appena accennato.
Per un itinerario così concepito i punti di partenza possono essere, sopra il Melo di Cutigliano, case Taufi o l’agriturismo Le Roncacce, oppure la Doganaccia oppure Le Piagge sulla strada tra Melo e Doganaccia: si consiglia e si descrive quest’ultimo accesso per la varietà e la bellezza dell’anello che permette di fare. La gita risultante, mirata essenzialmente alla traversata dei Balzoni e alla visita dei Ghiaccioni, è molto breve; se la si vuole allungare si può aggiungere all’inizio (a partire dalla confluenza tra i sentieri 286A e 286) un anello supplementare verso la Doganaccia, il Passo della Calanca e lo Spigolino, oppure la salita andata e ritorno a Cima Taufi dal Colle Acquamarcia.
N.B. – Se, dopo la traversata del cengione dei Balzoni, si fosse tentati di replicarla su quelle che da lontano sembrano promettenti cenge orizzontali sul versante toscano di Cima Taufi, si rinunci senz’altro: si tratta solo di pericolosi pendii spioventi e friabilissimi, oltretutto senza sbocchi plausibili.

Si parte da Le Piagge (1424 m) tra Melo e Doganaccia, località con spazi da picnic allo stacco verso valle di un largo sterrato a margine del quale è possibile parcheggiare. Sul lato opposto della strada asfaltata (a monte) sale il sent. CAI 286A (ex 6A), che si segue ignorando alcuni bivi a sinistra; presto si esce all’aperto su bei prati fino a raggiungere uno sterrato (segnavia CAI 286, ex 6) che dalla Doganaccia sale al Passo della Croce Arcana (1672.4 m, h 0.50; l’ultimo tratto è su sentiero). Si percorre ora verso sinistra sul sentiero CAI SI (ex 00) il largo crinale spartiacque, valicando o aggirando senza alcuna difficoltà i rilievi detti Il Pizzo e Vista del Paradiso (quota massima 1702.6 m) e scendendo infine al Colle Piaggia Calda (1666 m, h 0.30/1.20).
N.B. – A giudicare dalla sua posizione sulla CTR, il toponimo Colle Piaggia Calda sembra designare non la sella ma un rilievo (1714.2 m) che nel successivo tratto di salita verso i Balzoni sporge sul versante emiliano; la stessa CTR, inoltre, dà il nome di Crinale Piaggia Calda al tratto di crinale tra Vista del Paradiso e la sella a 1666 m, sul lato opposto cioè rispetto alla sella. Si può aggiungere che la parola ‘colle’, qui e altrove in Toscana, è in genere riservata ad alture anziché a valichi.

Alla sella a 1666 m si lascia il sentiero CAI e si inizia a traversare in quota a sinistra, in assenza di tracce, mirando a un grosso e ben visibile abete solitario che si trova all’orlo superiore di una specie di scarpata erbosa; passati appena al di sopra dell’abete si raggiunge una dorsale oltre la quale, al di là di un canale, si apre il versante roccioso dei Balzoni. Si perdono dunque alcuni metri di quota sul filo della dorsale fino a un ripiano dal quale è chiara la possibilità di scendere facilmente nel canale; oltre il canale si passa ai piedi di un enorme e caratteristico masso erratico strapiombante e si sale subito dopo per pochi metri fino a mettere piede su un evidente cengione erboso sovrastato da un’alta fascia rocciosa. Si percorre il cengione senza speciali difficoltà e con poca esposizione ma senza traccia, su erba, detriti e roccette, tra franumi e cespugli, scegliendo via via i migliori passaggi e avendo cura di non allontanarsi mai troppo dalla fascia rocciosa che incombe. Attraversato così un ambiente assai suggestivo e vario, qua e là movimentato anche da isolate formazioni rocciose di varia foggia e dimensione, si giunge infine in vista di Colle Acquamarcia (1631.3 m), oltre il quale il crinale inizia a salire a Cima Taufi; senza bisogno di raggiungere il Colle, quando il cengione che si sta percorrendo inizia a perdersi in informi pendii erbosi e la fascia rocciosa sovrastante diventa bassa e discontinua, si può salire a destra attraversandola e mirando al sentiero CAI di crinale; raggiuntolo, lo si segue verso destra, si attraversa il punto più alto – ma poco evidente – dei Balzoni (1751.2 m) e si ritorna alla sella a 1666 m da cui si era iniziata la traversata (h 1.20/2.40). Dalla sella si prende ora a destra (in versante toscano) un sentiero con indicazione iniziale per i Ghiaccioni e segni sul percorso, prima tra l’erba e poi nel bosco, che scende alla grande e splendida radura prativa chiamata appunto i Ghiaccioni, al cui margine superiore si trova una “capanna di boscaioli“ caratteristica ma apocrifa, essendo una riproduzione attuale di originali del passato (h 0.20/3.00). Poco sotto la capanna si nota una staccionata ai margini del bosco: lì si trova un sentiero (segni, cartelli muti o ormai illeggibili) che traversa verso sinistra il bosco con qualche saliscendi fino ad affacciarsi e perdersi sui prati risaliti a inizio gita verso il Passo della Croce Arcana: ma il sentiero 286A è di fronte a poche decine di metri, e basta mantenere la direzione (meglio se perdendo moderatamente quota) per raggiungerlo senza possibilità di errore, almeno in assenza di nebbia, prima che entri nel bosco; mentre sarebbe difficile rintracciarne l’inizio in senso contrario, che pertanto è sconsigliato. Con il sent. 286A si ritorna in breve al punto di partenza (h 0.30/3.30).

EE, dislivello 450 m, h 3.30.

scarica l'itinerarioscarica la carta