LA VIA DI LIZZA E IL SENTIERO DEL TASCIO A MONTIGNOSO

E oppure EE a seconda dell’opzione di salita; dislivello 700 m, h 4.45.

In Apuane (pg. 227) si segnalava che “verso il Tascio e il Serra scendono [dal crinale tra Focoraccia, Carchio e Folgorito] valloni ripidi, solitari e invasi dalla macchia mediterranea, percorsi da sentieri molto interessanti ma ormai in disuso”, che pertanto si rinunciava a malincuore a descrivere. Ora, fortunatamente, nella valle di Montignoso (cioè del torrente Tascio) sono stati ripuliti sia la via di lizza che da Viètina sale fino alle pendici del M. Carchio sia il sentiero, altrettanto interessante e più facile, che se ne stacca in alto verso sinistra fino al Pasquilio. Vengono qui sotto descritte, in salita, ambedue le opzioni; la meta proposta è il M. Folgorito perché ne è facile e breve il ritorno a Vietina, che è peraltro anche l’unica possibilità per chiudere un anello da questo paese; ma nulla vieta di salire il Carchio prima del Folgorito o in alternativa.

Dal tornante verso destra che attraversa il fondovalle poco prima di Vietina (245 m c.), dove si trova una segheria, si prende uno stradello che risale in destra idrografica il canale o val Pannosa (Pennosa in CTR) o torrente Tascio (vecchia IGM). Si sale piacevolmente, senza difficoltà e in moderata pendenza, quella che si rivela essere una vecchia via di lizza, ben ripulita e restaurata, affiancata da opere al servizio di un acquedotto, fino al punto in cui se ne stacca a sinistra un evidente sentiero con indicazione per Tascio e Pasquilio (sentiero del Tascio, h 1.00). Da qui si può proseguire in due modi:
1. Ignorato il sentiero del Tascio si continua a salire lungo la via di lizza o più esattamente, all’inizio, lungo un tracciato che si tiene alla sua sinistra per aggirarne una balza; raggiuntala nuovamente, la si segue su ripido terreno roccioso a lastroni di scisto, con molta attenzione e giovandosi dei cavi e dei tubi vecchi e nuovi dell’acquedotto presenti sul percorso; si raggiunge infine, lasciando a sinistra la via di lizza da qui in su invasa dalla vegetazione, un piazzale con un edificio adibito a opere idriche, da cui si continua a salire lungo un vecchio e degradato stradello fino a raggiungere il soprastante sterrato percorso dal sent. CAI 140 (h 1.30/2.30): EE, da evitare se il terreno non è perfettamente asciutto.
2. Si segue il ben curato sentiero del Tascio che, prima nel bosco e poi all’aperto, sale traversando verso sinistra, e con uno spettacolare tratto finale, ripido ma perfettamente sistemato con traverse di legno, raggiunge un caratteristico intaglio roccioso oltre il quale si trova un breve tronco stradale che scende dal Pasquilio: da qui si sale allo sterrato (CAI 140) che verso destra si dirige al Folgorito e lo si segue fino a riunirsi al precedente itinerario: E. Opzione più lunga ma più comoda rispetto alla prima, con tempo di percorrenza simile o di poco superiore.
Seguendo lo sterrato verso destra (per chi proviene dalla via di lizza), dopo pochi minuti lo si lascia per salire a sinistra, su sentiero segnato, al vicino crinale tra Carchio e Folgorito; lo si percorre in bell’ambiente aperto tra erba, cespugli e roccette fino a Col di Melo e infine alla cima del Folgorito stesso: isolata, imponente nonostante la bassa quota, e assai panoramica (912 m, h 1.00/3.30). Ritornati a Col di Melo, o più esattamente alla sella con monumento tra Folgorito e Col di Melo, si scendono pochi metri fino ad attraversare lo sterrato già percorso (che qui è al suo termine) proseguendo al di sotto su un comodo sentiero che scende nel bosco fino a Vietina; è consigliabile una breve digressione segnalata fino al balcone roccioso detto Punton, da cui si gode di un’ampia vista sulla valle. Attraversato il paese si scende al parcheggio lungo la strada asfaltata o, meglio, evitandola o tagliandola con la c.d. Via dei Poggi (cartelli): h 1.15/4.45.

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